Fare sesso grazie le app

Alcuni usano i siti e le app di incontri per trovare il grande amore, altri semplicemente per trovare qualcuno con cui uscire e andarci a letto.

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Alcuni li abbandonano dopo qualche tentativo, altri continuano a usarli. Io faccio parte della seconda categoria. Da un po’ di tempo a questa parte esco soltanto con gente conosciuta online, scorrendo tra le potenziali partner attraverso un tocco del pollice sullo schermo del mio cellulare.

È iniziato tutto con

Studi-VZ, un social network per studenti di cui oggi restano solo macerie. Sfogliando i vari profili vicini alla mia posizione avevo trovato alcune ragazze che conoscevo di vista ma con cui non avevo mai parlato—perché non avevo mai trovato il coraggio di farlo. Ma lì, nell’apparente anonimato offertomi da internet, avevo avuto il tempo di confezionare qualche battuta brillante e inviarla a tutte le ragazze che trovavo interessanti. Avevo la possibilità di non dover guardare negli occhi gli oggetti del mio desiderio, e di non dover ricevere subito una loro risposta.

Ed era andata bene. Avevo ricevuto le prime risposte, e da lì i primi appuntamenti. L’online dating era troppo facile, ma non così tanto da venirmi a noia. E, ad essere sincero, oggi è parte integrante della mia esistenza. Quando mi sveglio, la prima cosa che faccio è controllare il telefono per vedere se una nuova ragazza mi ha scritto. Ho tutte le app d’incontri che esistono.

Ricordo ancora il mio primo appuntamento. Mi aspettavo che da un momento all’altro arrivassero degli energumeni a rapinarmi. Avevo paura di incontrare qualche mio amico, perché l’idea di vedermi con una ragazza conosciuta su internet mi creava un certo imbarazzo. Oggi non mi faccio più problemi. È fantastico il fatto che non sai mai che tipo di persona incontrerai. La prossima ragazza potrebbe essere l’amore della mia vita. Chi può dirlo?

C’è sempre chi si impegna più di te. I giapponesi, per esempio.

Tinder è il mio preferito. È qui che ho la più alta percentuale di successo. È un’app molto semplice e facile da usare, per cui è anche molto facile vedersi e arrivare al dunque. Mentre vado al lavoro passo in rassegna i vari profili: pollice sullo schermo, musica nelle orecchie. Ogni volta che ottengo un match, scrivo lo stesso messaggio standard e aspetto. È così che dovrebbero funzionare tutti i siti d’incontri.

Adottaunragazzo, invece, è un po’ noioso, perché bisogna compilare un profilo con un certo numero di dettagli. Ma in genere lì le ragazze hanno più classe. Per me, è un po’ come quando una volta alla settimana mi cucino qualcosa di diverso dalla solita pasta. Magari è un po’ più faticoso, ma a un certo punto non ce la fai più a mangiare sempre e solo pasta.

La maggior parte della gente ha un’avversione per l’online dating. È una cosa che non riesco proprio a capire. Tutti gli aspetti della nostra vita sono ormai stati digitalizzati: compriamo i nostri vestiti su internet, facciamo domanda per un lavoro via email, condividiamo appartamenti con persone che abbiamo conosciuto tramite internet. Persino le nostre conversazioni sono diventate più brevi, e alle domande aperte ora si risponde con un pollice d’assenso. Internet ha invaso praticamente ogni aspetto della nostra vita. Quindi perché non accettare che invada anche le nostre relazioni?

Certo, questo mio modo di affrontare le relazioni interpersonali potrebbe farvi pensare che abbia qualche problema con l’intimità. E in effetti è così. Ma tramite il processo di selezione online, in cui si giudica una persona dai pochi dettagli presenti sul suo profilo e da qualche selfie postato su Instagram, sono riuscito a incontrare il genere di ragazze che non avrei mai incontrato andando per locali. Capitano le delusioni, ma capitano anche le piacevoli sorprese. A volte capita anche solo di parlare.

Foto via Flickr

Eppure, a volte mi chiedo se non sto esagerando. Con tutte queste relazioni “da asporto,” intendo. Ogni giorno scrivo a circa 50 ragazze diverse, così da avere più possibilità che una di loro voglia vedermi.

Molti miei amici non potevamo fare a meno di Candy Crush. Ci giocavano in ogni momento. Alla fermata dell’autobus, in metropolitana, in università. Continuamente. Da parte mia, io sono dipendente dalle app d’incontri. Ho sempre il cellulare in mano e sto sempre visualizzando profili o chiedendomi come migliorare il mio in modo da ottenere più appuntamenti.

Di recente, dopo aver lasciato l’appartamento di una ragazza con cui avevo appena fatto sesso, ho controllato il mio cellulare e ho visto che avevo un altro messaggio di una ragazza che voleva vedermi. Così sono andato dritto da lei. Durante il tragitto mi sentivo felice come un bambino che stava festeggiando Natale e il suo compleanno nello stesso giorno (anche se poi è andata male).

Qualche tempo fa, dopo quell’episodio, mi è stato chiesto se non trovo estenuante questo andazzo. Nel mio giro di amici ce n’è uno solo che ha conosciuto la sua ragazza su internet: gli altri si sono fidanzati tutti nel modo classico. Ecco perché molti, anche se tollerano quello che faccio, non lo capiscono. Magari provano anche loro a scaricare le app. La maggior parte delle volte, però, smettono dopo poco, non capendo che perché funzionino bisogna metterci un certo impegno. Principianti.

Foto via Flickr

Con le ragazze ne parlo ancora meno volentieri, perché mi è capitato spesso di essere frainteso. Su cinquanta messaggi che mando, di solito ottengo dieci risposte e finisco a letto con tre ragazze diverse. E dato che sono sempre attivo con tutte le app, dietro a questi tre rapporti ci sono sempre dai cinque ai sette giorni di attività incessante. Insomma, è quasi come avere un secondo lavoro.

L’esplosione degli smartphone ha coinciso con l’esplosione della mia vita sessuale. Non so se sarò mai in grado di avere una relazione normale, se a un certo punto non avrò più voglia di andare a letto con una ragazza diversa ogni due giorni. Non ho neanche idea se un giorno avrò il coraggio di provarci con una ragazza nella vita reale. Col rischio di sembrare uno sfigato: nella vita reale sono piuttosto timido. Sono passati anni dall’ultima volta che ci ho provato con una ragazza in un locale—senza utilizzare una foto e una frasetta scelte accuratamente. E anche quella volta, mi pare che non sia andata poi così bene.

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