Poltergeist

Remake di Poltergeist – Demoniache presenze, uno dei capisaldi dell’horror degli anni ’80, il film affronta l’arduo compito a cuor leggero, senza avere particolari idee nuove da proporre in questa sua rivisitazione.
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Sam Raimi (“Spiderman,” “Evil Dead”, “The Grudge”) e il regista Gil Kenan (“Monster House”) hanno riadattato la classica storia della famiglia che vive in periferia in una casa infestata da forze maligne.
Quando le apparizioni iniziano ad essere sempre più frequenti la figlia più piccola viene rapita e la famiglia è costretta a cercare di salvarla prima che scompaia per sempre.

Cast: Sam Rockwell, Rosemarie DeWitt, Jared Harris, Jane Adams

I Griffin papà Eric, mamma Amy, figlia adolescente Kendra, ragazzino Griffin e bambina Madison – arrivano nella nuova casa che hanno comperato. Non è granché, ma il prezzo è buono ed Eric è appena stato licenziato. Madison si ambienta subito, mentre Griffin è preoccupato e Kendra – assai oppositiva – è seccata per essere capitata in un posto senza attrattive. Di notte, Griffin, spaventato, trova nella sua stanza una serie di pupazzi di clown, evidentemente abbandonati da precedenti proprietari. Il papà cerca di tranquillizzarlo, ma più tardi Griffin si risveglia sentendo Madison parlare davanti al televisore acceso con effetto neve. La bambina spiega a Griffin che qualcuno sta arrivando. Griffin stacca la corrente, ma il televisore resta acceso e, davanti ai genitori accorsi, Madison ribadisce che qualcuno è in arrivo. I genitori minimizzano per restare ancorati alla realtà, ma Griffin è testimone di altri fatti strani su cui cerca invano di attirare l’attenzione. A una cena con nuovi amici della zona, i coniugi Griffin apprendono che il luogo dove sorge la loro casa una volta era un cimitero. Nel frattempo, a casa, mentre infuria un temporale, Griffin è attaccato da uno dei pupazzi a forma di clown e Kendra è afferrata per una gamba da una mano proveniente dalla melma che sgorga dal pavimento al piano terra, mentre Madison, atterrita, se ne sta nella sua stanza prima di essere catturata da strane presenze. Ed è solo l’inizio.
Remake di Poltergeist – Demoniache presenze, uno dei capisaldi dell’horror degli anni ’80, il film affronta l’arduo compito a cuor leggero, senza avere particolari idee nuove da proporre in questa sua rivisitazione. La complessità e la novità del film di Hooper e Spielberg sono sostituite da un approccio caratterizzato da superficialità e sbrigatività, come se ci fosse il desiderio di correre verso la conclusione passando attraverso quel po’ di luna park dell’horror consentito dalle circostanze. Non c’è spazio per far crescere la situazione: tutto accade subito e in fretta. Le problematiche lavorative del capofamiglia inseriscono un elemento di incertezza e nervosismo aderente alla realtà, ma restano appena accennate.
La parte in cui si manifestano massicciamente le presenze soprannaturali è orchestrata con abilità, con una buona costruzione della suspense in un crescendo di avvenimenti che coinvolgono più personaggi in modo simultaneo e convincente. Dopo una simile intrusione del soprannaturale il film si prende la classica, consistente, pausa introducendo gli esperti del paranormale con tutto quel che ne consegue in termini di ironia e comic relief.
Il dramma della bambina catturata nell’aldilà – che nel film originale era l’elemento centrale – non è sviluppato con grande pathos, pur restando il motore primo dell’azione. La descrizione della reazione degli umani contro gli spiriti riassume i consueti caratteri di positività, ma è condotta in modo un po’ spiccio. Rispetto al prototipo c’è l’inserimento di elementi di tecnologia allora non disponibili: a parte i telefonini, c’è un piccolo drone, che consente la visione di squarci – figurativamente piuttosto prevedibili – della dimensione dell’oltretomba.
Comunque, comparare questo film con il suo modello è un esercizio un po’ futile. Chiaramente, il film va giudicato secondo i suoi meriti specifici e, in questi precisi termini, mantiene una sufficiente godibilità. Il finale è adeguatamente spettacolare, sorretto da effetti speciali ben fatti e da una apprezzabile svolta narrativa: niente di trascendentale, ma sufficiente a concludere il film su una nota discreta almeno a livello di intrattenimento.
Il cast è funzionale, ma non riesce a sviluppare la stessa empatia del cast originale, di maggior spessore. La migliore è Jane Adams, concitata e scapigliata nel ruolo della dottoressa esperta in fantasmi, ma anche Jared Harris – il Moriarty dello Sherlock Holmes di Robert Downey jr – fa la sua figura nel ruolo del super esperto, un ruolo peraltro non troppo credibile che “vive” solo grazie alla bravura dell’attore. Sam Rockwell – che agli inizi della sua carriera comparve in un interessante horror (Clownhouse) – non sempre trova i toni giusti, ma è il più vicino a dare concreta umanità al suo personaggio.

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vedi anche:

The Walk Trailer Ufficiale Italianothe-walk-nuovo-trailer-italiano-foto-e-locandine-del-film-di-robert-zemeckis-1a